DESCRITTI: QUANDO IL TALENTO ABBONDA MA LA VITA
RIESCE A CANCELLARE TUTTE LE PREMESSE
LA VITA PERFETTA DI
WILLIAM SIDIS
di Morten
Brask
Titolo: La vita
perfetta di William Sidis
Autore: Morten
Brask
Pagine: 387
Editore: Iperborea
La
vita perfetta di William Sidis è,
come spesso per fortuna accade, uno di quei libri che mi chiamano dallo
scaffale, che si insinuano nel mio normale pensiero, come le cose belle dei
tempi che furono.
Quelle cose che, in qualunque
momento della tua vita tu possa pensarci, hanno sempre il sapore fascinoso
della prima volta.
William Sidis era un nome per me
sconosciuto, fino a qualche giorno fa. Oggi, lo sento vicino come se fosse un
mio fratello.
Figlio di due medici ebrei immigrati
negli USA per sfuggire al carcere zarista, William Sidis, detto Billy, era dotato di un quoziente di
intelligenza tra i più alti mai registrati (alcune fonti dicono il più alto, ma
si sa che con i numeri spesso non si riesce a descrivere completamente un
fenomeno).
A 18 mesi leggeva il New York Times, a 4 anni imparò da solo greco e
latino, a 6 memorizzava all'istante ogni libro che sfogliava.
La sua intelligenza, la grande
memoria fotografica e la spiccata attitudine al ragionamento, alla
memorizzazione e alle complicazioni del calcolo mentale, lo portarono a
bruciare le tappe fino a presentarsi, a soli 11 anni, davanti a un pubblico di
scienziati di Harvard per formulare la propria teoria sulla quarta dimensione.
Un mostruoso crescendo che non
avrebbe dovuto far dimenticare, agli adulti, che davanti avevano in fondo solo
un bambino, con la propria fragilità e il desiderio di crescere accompagnandosi
alla più assoluta normalità.
Ma come si fa a essere e soprattutto
a vivere in modo normale, quando si sale alla ribalta della cronaca, quando si è
oggetto della curiosità e dello studio perfino da parte del proprio padre,
oppure s’innesca una possessività maniacale da parte della propria madre?
Si finisce così per estraniarsi
dalla realtà, perdendo i punti di contatto con i simili, senza riuscire a
vivere e realizzare le cose più elementari, come giocare con i coetanei,
dichiarare il proprio amore alla ragazza che ti piace, relazionarsi con il
prossimo.
William cresce, ma ben presto un suo
interesse per il socialismo lo spinge a esser protagonista di una
manifestazione che, per quanto pacifica, porta a tafferugli e al conseguente
arresto.
Nel frattempo, William aveva avuto
modo di innamorarsi di Martha, la ragazza per la quale si era fatto trascinare
in quella vicenda.
Pur se fiducioso nel rilascio in
appello, sono i suoi genitori (nel frattempo il padre dirigeva una clinica per
psico-patologie) ad anticipare i tempi con un’azione che disgrega in modo
definitivo il rapporto con il figlio.
I coniugi Williams, certamente
armati del miglior amore filiale ma erroneamente applicandolo, ne assumono la
tutela facendo dichiarare William mentalmente instabile. E questo, agli occhi
del sempre più introverso Billy, diventa il tradimento maggiore.
La sua fuga e il suo conseguente
desiderio di far perdere le proprie tracce, la ricerca di un lavoro il più
possibile anonimo, costituiscono la trama degli anni a venire.
L’unica persona che riuscirà a
stargli vicino e, forse, ad accettarlo senza deluderlo, sarà un vecchio amico
di Harvard, anch’egli fuggito dalla prospettiva di una brillante carriera ma
per motivi del tutto differenti da quelli di William.
Eppure, l’amicizia vera non salverà il
protagonista, morto per un’emorragia cerebrale, solitario nella imperfetta
perfezione della propria esistenza.
Brask, talentuoso autore del libro,
ne racconta la storia con sapienza, passione, linearità.
Il lettore si ritrova preso per
mano, condotto e coinvolto nei momenti cruciali dell’esistenza di questo
sfortunato genio, di questa vittima del proprio smisurato talento.
Lo stile di Brask è asciutto, suadente
e mai ridondante. S’insinua nelle pieghe dell’animo con la dolcezza di una voce
materna, senza mai cadere nell’abisso del patetico, pur rasentandone spesso
l’orlo.
E il rifugiarsi, per scelta o
costrizione, nei meandri della Vita Perfetta, o madama Solitudine che dir si
voglia, è l’unico risultato cui approda Billy, in barba alle enormi potenzialità
che la natura gli aveva fornito.
Inutile aggiungere altro, se non che
ritengo La vita perfetta di William Sidis
uno dei libri più belli che abbia letto negli ultimi anni, un segno
piacevole che non ho perso il mio tempo.
E una lezione in più, per farmi
capire (e farci capire) che non basta il talento per vivere una vita su misura,
per essere liberi e non prigionieri di ciò che dovrebbe essere un dono, ma
spesso si tramuta in un insostenibile fardello che baratteremmo volentieri con
un sorso di normalità.