DESCRITTI: STORIE DI NUOVA COSCIENZA LUSITANA
ALBA SPORCA
di Miguel
Sousa Tavares
Titolo: Alba
sporca
Autore:Miguel Sousa Tavares
Pagine: 304
Editore: Neri Pozza
L'alba di cui parla Manuel
Sousa Tavares, autore portoghese tradotto in 11 lingue e pubblicato in
30 paesi, premio Grinzane-Cavour nel 2006 per Equatore, non ha i
connotati di un periodo della giornata, non è una di quelle albe in riva al
mare o affacciati alla finestra di una baita montana, quando scorgi i barlumi
della luce di un nuovo giorno.
L'alba di Tavares è sporca come le
coscienze, come le realtà reali di una società che cambia, mettendosi alle spalle dignità e orgoglio dei
tempi passati, quando ci si batteva per un ideale. È sporca come uno stupro,
un'allucinante omesso soccorso, una corsa contro l'alcol e la depravazione,
come il tacere per non veder compromessa la propria esistenza futura.
Questo accade nel romanzo di
Tavares. Questo, e molto altro.
La vicenda vede protagonista Filipe
Madruga, architetto del comune di Vila Nova d'Odemar, nell'Alentejo.
Egli è sì integerrimo e corretto, ma
nasconde una spina nel proprio passato.
Anzi, più di una.
Nel tempo, Filipe ha scoperto di
dover la sua esistenza a persone con le quali non ha legami di sangue. L'unica
con cui è legato per ragioni biologiche, sua madre, si è lasciata morire
giovanissima. Il padre (o almeno quello che Filipe considera tale, per lungo
tempo) parte per l'avventura rivoluzionaria che avrebbe dovuto dare la terra a chi la lavora, nelle Unità
Collettive di Produzione.
La Rivoluzione dei Garofani
lo attira ed egli molla il piccolo borgo di Medronhais da Serra, il figlio
e i genitori (la moglie, Maria da Graça, già non esisteva più
per lui). Sarebbe morto schiacciato da un trattore.
Filipe, ormai trentenne, riallaccia
periodicamente i suoi legami con il piccolo paesino, abbandonato da tutti
tranne che da nonno Tomaz.
A Pasqua e a Natale, l'architetto
Madruga torna dal nonno, l'unico che non ha mai voluto abbandonare Medronhais
da Serra, fino a quando "... di
giorno parlava con gli animali e la notte con le stelle del cielo, fin dove
arrivava la vista, fin dove arrivava l'eco della sua voce. Non c'era più nulla
a far ricordare che un giorno Medronhais era stato un paese abitato dalla gente
e dalla vita, dall'allegria e dalla tristezza, come tutti i paesi e tutte le
vite."
Filipe ricorda così il signor Octávio,
il barbiere del Salone Moderno, l'unico insieme al dottor Chagas a ricevere il
giornale; il Caffè Centrale, la maestra Fátima, la prima a innescargli dei
pensieri erotici fino a quando, dopo esser stata concupita da padre Anselmo,
è costretta a lasciare il paese.
E ancora la bella Gualdina,
che Filipe ammirava nuda nella vasca da bagno, come ritratta nelle foto che il
fratello di lei, il brufoloso Gualter, gli vendeva di nascosto per
dieci escudos.
E tanto altro, come l'amore per il calcio
della squadra del Porto, vista per la prima volta al televisore a colori di Manuel
da Toca, o il ricordo delle saporite pietanze che preparava nonna Filomena
o le battute di caccia al cinghiale vissute con nonno Tomaz, o il sapore della
merenda con le cipolle, perduto per sempre per andar via, per vedere il mare.
La vita, come detto, riserva a
Filipe strani e improvvisi ribaltamenti, rese di conti che è lui stesso a
innescare rifiutando un tentativo di corruzione.
La sua esistenza, quindi, interferisce
con due figure che sono state importanti nel suo passato e che egli incontra
dopo tanti anni: il politico Luìs Morais, futuro primo ministro
portoghese, e l'affascinante magistrato Maria Rodrigues.
Scelte difficili dovrà compiere
Filipe, secondo coscienza.
Sullo sfondo, le vicende politiche
del Portogallo negli ultimi trent'anni, dal rovesciamento della dittatura di Salazar
nel 1974 fino ai giorni nostri.
Fiumi di denaro piovuti su un paese
ancora alla ricerca della modernità, del proprio contesto sociale, tra
corruzione e intrighi, abusi e prese di posizione.
La penna di Tavares è linda, secca,
tratteggia scene e personaggi senza orpelli, senza fregi inutili. Belle le
concatenazioni, fascinosa l'ambientazione (il Portogallo letterario non sarà
solo Saramago!).
Peccato, a mio modesto parere, per
un finale un po' morbido.
Le ultime pagine mi sono sembrate in
bilico tra l'esigenza di una trovata a effetto e la fretta di concludere.
Qualcosa di elaborato non avrebbe
potuto che elevare la qualità generale. Nel complesso, un libro che mi è
piaciuto, di quel gradimento che poteva però essere maggiore.
Alla prossima, senza rancore.
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